I dati Istat hanno dimostrato come, durante il lockdown, il genere femminile sia stato quello più penalizzato all’interno del mondo del lavoro.
Le misure di lockdown e quarantena adottate, vitali per limitare la diffusione del virus, hanno portato anche a un allarmante aumento della violenza contro le donne in tutto il mondo. E mentre la battaglia contro la pandemia sanitaria sembra stia volgendo a termine, la “pandemia invisibile” contro le donne persiste.
La violenza contro le donne non è solo una profonda ingiustizia, ma trascina in basso con se anche il progresso sociale ed economico della società nel suo insieme. Questo tema era una priorità molto prima della pandemia e lo è ancora di più adesso; non solo come parte dell’ovvia necessità di combattere la violenza di genere e la sua intollerabile impunità ma anche per combattere tutte quelle forze che sostengono e perpetuano la discriminazione e la disuguaglianza contro le donne, in tutti gli ambiti e a tutti i livelli.
Una società che integra donne e uomini allo stesso modo, in politica come nella vita lavorativa, sarà non solo più giusta, ma più prospera e godrà di una crescita più sostenibile.
Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di più leader femminili, nella politica così come nelle varie organizzazioni pubbliche e private.
Possiamo dire, quindi, che “l’antidoto contro la violenza sulle donne è nella leadership femminile”. (P. Binetti)