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Industria 5.0: cos’è e quali sono le prospettive future per le PMI

Il mondo dell’innovazione digitale è inarrestabile, e da qualche tempo si è iniziato a parlare di Industria 5.0, un ulteriore nuovo cambiamento che secondo gli addetti ai lavori rappresenta la naturale evoluzione dell’Industria 4.0, che attualmente caratterizza il panorama delle PMI. 

C’è chi la definisce come la riumanizzazione della corsa all’automazione. Chi, invece, pensa che Industria 5.0 riguardi le persone che lavorano insieme a robot e macchine intelligenti, che aiutano gli esseri umani a lavorare meglio e più velocemente sfruttando tecnologie avanzate come l’Internet of Things e i Big Data, aggiungendo un tocco umano ai pilastri dell’Industria 4.0 di automazione ed efficienza.

Secondo Marina Ruggieri, IEEE fellow e docente di telecomunicazioni all’Università di Roma Tor Vergata, il paradigma dell’Industria 5.0 si basa sulla pervasività di tre pilastri principali: connettività, conoscenza e rilevamento intelligente.

Secondo la visione dell’Unione Europea invece, la versione 5.0 completa il paradigma di Industry 4.0, evidenziando la ricerca e l’innovazione come motori per una transizione verso un new normal: un’industria europea sostenibile, centrata sull’uomo e resiliente.

Se l’automazione industriale era stato uno dei tratti peculiari dell’Industria 4.0, lo step successivo ha tutte le carte in regola per portare a una Collaborative Industry, come è stato definito il nuovo modello di impresa: una situazione in cui si concretizza la cooperazione tra gli esseri umani e le macchine allo scopo di garantire alla produzione un valore aggiunto, sulla base di prodotti realizzati su misura in linea con le necessità dei consumatori. 

Industria 5.0 segna un ritorno non solo alla centralità dell’uomo ma soprattutto dell’ambiente, aprendo in questo modo nuove possibilità di impresa e di sviluppo sociale e tecnologico.

Caratteristiche dell’Industria 5.0

Il modello di crescita e sviluppo promosso dall’Industria 5.0 si basa su tre pilastri fondamentali:

Quali sono le prospettive future per le PMI?

Attraverso la crescita digitale, le PMI dovranno essere capaci di colmare quel gap che vede ancora l’Italia al 25 posto su 28 (secondo gli studi della Commissione Europea) tra i paesi che si stanno adeguando alla economia digitale. Le nuove frontiere di impresa saranno sempre di più “order qualifier” e per competere sul mercato bisognerà avere una maggiore efficienza operativa, garantendo sia una maggiore portata commerciale che allargando la rete di servizi offerti. 

Per il 62% degli imprenditori italiani la capacità di innovazione digitale sarà una delle principali colonne per assicurare alle imprese l’abilità di resistere ai cambiamenti nel lungo periodo.

La sostenibilità non riguarderà solamente la sostenibilità ambientale ma sarà un modo di intendere le dinamiche globali a 360 gradi. La vera sfida della new normal si giocherà sul trinomio economia-ambiente-società. 

Le PMI italiane dovranno predisporsi a ridurre sempre di più gli sprechi e investire in nuovi modelli operativi/organizzativi più snelli ed efficienti a supporto di una crescita aziendale più sostenibile e duratura. Il modello operativo e dimensionale dell’impresa nel breve futuro dovrà essere incentrato su piani volti a ridurre l’impatto delle loro attività, attraverso l’utilizzo di infrastrutture e modalità di lavoro a basso consumo.

Il paradigma 5.0 costituisce dunque un passo in avanti rispetto ai vantaggi del 4.0, che si sedimentano, spingendo l’industria verso un ecosistema realmente smart. 

Un ambiente che mette al centro le persone, che sono in costante interazione con altre persone, dati e tecnologie.

Queste sfide rappresentano un modello di sviluppo e di società 5.0 con cui, ben presto, ogni PMI italiana dovrà confrontarsi.

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