NS12 crede fermamente che la valorizzazione delle pratiche inclusive nel mondo del lavoro contribuisca al successo e alla competitività dell’impresa.
È statisticamente dimostrato che i brand più inclusivi sono decisamente più apprezzati dai clienti, attirano più talenti e registrano migliori performance economiche. Infatti, come dimostra il Diversity Brand Index 2022, il 63% delle persone sceglie con convinzione brand più inclusivi, perché ne percepiscono il grande valore non solo per la loro vita di singoli, ma per la comunità in generale. E questo vale anche per le aziende che forniscono prodotti e servizi.
Fino a poco tempo fa la direzione era tutt’altra: anziché valorizzare le differenze tra dipendenti, collaboratori e dirigenti, si tendeva a privilegiare un modello aziendale che le annullasse in virtù di valori aziendali più alti. Oggi, invece, queste tipologie di comportamento sono sempre più criticate e ostracizzate, nonostante la loro presenza non sia stata del tutto eradicata.
E se il concetto di diversità, connesso a quello dell’inclusione, aveva fatto i suoi primi passi grazie a leggi ad hoc come quella sulle Pari Opportunità (legge 165/2001), prevedendo l’inserimento in azienda di persone con disabilità fisiche e psichiche, di contro sul tema diversity c’è ancora molto da lavorare.
Spesso è difficile accettare un modo di lavorare diverso, specialmente in un momento come questo, in cui le riunioni sono diventate virtuali ed è sempre più importante coinvolgere direttamente le persone chiedendo loro di prendere la parola e di esprimersi, perché soltanto in questo modo è possibile permettere a tutti di dare il proprio contributo e di esprimere il proprio potenziale.