L’informazione è potere.
È sempre stato così, ma il boom dei dati che sta dominando il mercato degli ultimi anni sta sottolineando il bisogno delle aziende di possedere informazioni sempre più approfondite. Infatti, la strategia “data driven” è divenuta oramai una prassi consolidata all’interno di ogni tipo di organizzazione. Attraverso differenti combinazioni tecnologiche, ad oggi è possibile raccogliere, filtrare e organizzare la moltitudine di dati con la finalità di trarne informazioni utili per il proprio business.
I Big Data in particolare, negli ultimi anni, hanno rivestito un ruolo sempre più centrale nella strategia aziendale, grazie alla possibilità di collegare tra loro una grande mole di informazioni e, così, prendere decisioni consapevoli guidate dai dati e anticipare il futuro.
Tuttavia, più recentemente, anche i cosiddetti Small Data sono diventati decisivi per le aziende, dal momento che queste nuove informazioni consentono di raggiungere performance migliori. Si tratta di un approccio radicalmente diverso, che pone l’attenzione sulla componente umana, divenuta sempre più centrale nella società odierna, anche alla luce della pandemia di Covid-19 che ha ridefinito stili di vita e abitudini.
Si tratta di una lettura diversa dei dati, dunque, che solitamente viene utilizzata in ambito marketing, aiutando a identificare meglio il cliente target e capire quali prodotti è più propenso ad acquistare, ma che, più in generale, può essere sfruttata per avere informazioni più realistiche e tagliate al target di mercato che si vuole raggiungere.
Analizziamo dunque cosa sono i Small Data nel dettaglio e in quali casi conviene utilizzarli.