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Quantum Computing: solo mito o già realtà?

Il Quantum Computing rappresenta un’importante frontiera della ricerca informatica. Cosa può davvero fare l’informatica quantistica e cos’è la supremazia quantistica?

Nell’ottobre del 2019 Google ha annunciato che il suo supercomputer, chiamato Sycamore, ha risolto in due minuti un’operazione che avrebbe richiesto migliaia di anni a un normale supercomputer basato su una CPU.

I progressi fatti nel Quantum Computing e la corsa agli armamenti delle big tech tra cui Amazon, Google, e Microsoft contribuiscono ad alzare le aspettative su una tecnologia che rende disponibili le proprietà controintuitive del mondo quantistico per effettuare calcoli impossibili su un computer tradizionale.

Ma, sebbene i quantum computer siano una realtà, lo stato attuale della tecnologia non è quella che si intravede nei comunicati stampa delle big tech: si tratta di un futuro ancora lontano.

Prima di approfondire e separare i fatti dai miti che si sono creati in questi anni, diamo un’occhiata alla storia del Quantum Computing.

Storia dell'informatica quantistica

Gli albori dell’informatica quantistica risalgono al 1981, quando, Richard Feynman, premio Nobel per la fisica del 1965, sollevò la seguente domanda in una conferenza del MIT: “Possiamo simulare la fisica su un computer?”.

A quel tempo, nessuno pensava che potesse essere possibile. La fisica è lo studio dell’energia, della materia e dell’interazione tra di loro, mentre il nostro mondo e la realtà in sé sono di natura quantistica; gli elettroni esistono contemporaneamente in più stati e non possiamo modellarli correttamente con i computer classici. Calcolare ogni possibilità in cui possono esistere è però proibitivo. Basti pensare che una molecola con 10 elettroni può arrivare a presentare 1000 stati possibili, mentre una con 20 elettroni può arrivare fino ad oltre 1 milione di stati possibili.

Il discorso di Feynman e il documento di accompagnamento del 1982 sono i primi lavori che ipotizzano esplicitamente la costruzione di una macchina in grado di operare secondo i principi della meccanica quantistica, postulando l’idea di un simulatore quantistico universale, cioè una macchina in grado di usare effetti quantici per eseguire delle simulazioni.

I giganti della tecnologia stanno oggi investendo moltissimo, con l’obiettivo di poter ricorrere, un giorno, ai computer quantistici, dispositivi con una potenza di elaborazione estremamente maggiore rispetto a quella aggregata di tutti i computer attualmente disponibili. 

Alla fine del 2019, in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature, Google ha annunciato di aver realizzato ciò che una volta era ritenuto impossibile: raggiungere la supremazia quantistica. Sebbene il successo di Google sia stato un enorme passo avanti nel progresso dei computer quantistici, importanti traguardi restano ancora da fare, prima che possa esistere un computer quantistico commerciabile e realmente utilizzabile per risolvere i problemi del mondo reale.

Nell’attesa di raggiungere davvero la supremazia quantistica, ecco alcuni dei miti che circondano il Quantum Computing e che oggi andremmo a sfatare.

Miti del Quantum Computing

Mito n.1: il Quantum Computing comporterà la fine del normale calcolo informatico

Fatto #1: i computer quantistici non distruggeranno l’informatica classica.

È naturale pensare che con l’avvento delle nuove tecnologie quelle più vecchie diminuiscano automaticamente. La notizia che Google ha raggiunto la “supremazia quantistica” ha portato molti professionisti a pensare che fosse ormai soltanto una questione di anni prima che i computer quantistici vadano a sostituire l’informatica classica.

Ma in realtà, il numero di attività che Sycamore può completare è minimo. In sintesi, non ci sono ancora così tante questioni complesse nella storia della matematica moderna da aver bisogno di un computer quantistico per risolverle.

Mito n. 2: Quantum Computing può eseguire gli stessi codici di programmazione dei computer classici.

Fatto #2: no, Quantum Computing non può eseguire gli stessi programmi dei computer classici.

La ragione principale di ciò è che il calcolo quantistico necessita di diversi insiemi di algoritmi per eseguire il rendering di un qualsiasi programma. Scienziati e programmatori dichiarano che se l’informatica quantistica costruisse progetti dal basso verso l’alto per loro sarebbe un sogno che diventa realtà. Ma ancora non è così. Il computer quantistico può risolvere solo i problemi progettati specificamente per il loro livello, dove esiste già l’algoritmo per risolvere i calcoli. Sono anche usati per scopi di sicurezza informatica come la crittografia.

Mito n. 3: il Quantum Computing distruggerà la sicurezza informatica.

Fatto #3: il Quantum Computing rovinerà la sicurezza di Internet solo se c’è un attacco quantistico.

Gli attuali algoritmi di crittografia a chiave pubblica (PKC) sono resistenti agli attacchi alla sicurezza lanciati da normali computer. Ma probabilmente, tra alcuni anni, i computer quantistici saranno in grado di violare anche gli algoritmi PKC più robusti. Ciò mette a rischio la nostra intera rete di comunicazioni e dati ma tuttavia non ancora in pericolo. In teoria, gli algoritmi di crittografia quantistica forniscono una sicurezza informatica intensificata anche in caso di attacco quantistico su larga scala.

Mito n. 4: i computer quantistici potrebbero raggiungere la coscienza e trasformarsi in “mente quantistica”.

Fatto #4: la mente o coscienza quantistica è solo un’ipotesi e non è stata dimostrata.

Abbiamo ancora molta strada da fare per comprendere la meccanica quantistica e l’informatica e ancora nessuna delle ipotesi sulla mente quantistica è stata dimostrata.

Esiste un enorme divario nel livello di distinzione in complessità tra un cervello e un qualsiasi computer. Detto ciò, non è impossibile per un computer avere una mente propria o raggiungere la coscienza, anche se questa teoria è ancora molto poco chiara.

Alcuni professionisti asseriscono che la mente quantistica potrebbe essere uno dei vantaggi dell’informatica quantistica ma questa affermazione è considerata altamente discutibile.

Mito n. 5: il Quantum Computing sarà disponibile in commercio tra 15 anni.

Fatto #5: sarà difficile anche per Quantum Computing sostituire completamente il Classic Computing in un arco temporale così breve.

Molti lo hanno già detto negli ultimi 15 anni ma non c’è stato alcun cambiamento drastico. Si tratta di uno dei miti dell’informatica quantistica pura. L’informatica quantistica è un processo molto impegnativo anche dal punto di vista hard: perché il calcolo possa essere risolto ad alta velocità, il calore generato prodotto è altrettanto altissimo. Infatti, i computer quantistici sono conservati a -23 gradi Celsius.

Dunque la sostituzione dei classici computer con quelli quantistici non è fattibile né ora né in un futuro prossimo. Il calcolo quantistico sarà utilizzato nel migliore dei casi per la ricerca, la modellazione di fascia alta e il calcolo dei numeri nei data center.

Mito n. 6: i computer quantistici saranno più bravi a modellare lo scenario del mondo reale.

Fatto #6: i computer quantistici non sono stati ancora programmati per modellare tutti gli scenari del mondo reale.

La realtà dell’informatica quantistica è che un computer quantistico da 300 qubit può prevedere i vari scenari finanziari per i prossimi due anni. L’intero mercato finanziario può essere modellato come un processo quantistico.

Finora, i modelli del mondo reale che i computer quantistici possono prevedere sono i modelli finanziari, meteorologici e agricoli ma qui si ferma, per il momento, la previsione e la modellazione dei scenari del mondo reale.

Conclusione

Il Quantum Computing è ben lungi dall’essere disponibile in commercio. Per molti è ancora una pura fantasia. Un giorno tutti questi miti potrebbero trasformarsi in realtà, ma non oggi nel 2022.

Il CEO di Google, Sundar Pichai, ha paragonato l’avanzamento di Google nell’ambito dell’informatica quantistica al primo volo di 12 secondi dei fratelli Wright: sebbene di breve durata, ha mostrato ciò che è possibile raggiungere. 

E ciò che è possibile fare con il Quantum Computing è davvero immenso.

 

Fonte: agendadigitale, hitechnectar, g2